L'illusione difficile by Di Chio Federico

L'illusione difficile by Di Chio Federico

autore:Di Chio Federico [Federico, Di Chio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bompiani
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


10.2. La deriva iper-referenziale

Se molte immagini odierne puntano a guadagnare una spiccata autonomia dal mondo, perlomeno altrettante vanno nella direzione opposta, sbilanciandosi decisamente verso la realtà. Questa tendenza ha origini lontane, nelle spinte a fare i conti più direttamente con la realtà portate in vario modo dal neorealismo, dalla nouvelle vague, dal direct cinema, dal reportage; e soprattutto dalla tv, con l’uso della diretta e i suoi programmi-verità, e dalla crescente diffusione di apparati domestici per la ripresa. Gli esiti di questa deriva sono molteplici. Senza pretesa di esaustività ne segnalo quattro, che mi paiono particolarmente rilevanti:

1) l’innesto su strutture finzionali di elementi di realtà e di modi del discorso fattuale;

2) la ricostruzione, la messa in scena di fatti reali;

3) la registrazione e la messa in forma narrativa (illusiva) della realtà;

4) la simulazione e la messa in forma narrativa (illusiva) della realtà.

In tutti i casi, il confine tra fiction e factual perde la sua nettezza. Vediamo meglio.

1) L’opposizione fiction/factual si fonda sulle operazioni che il testo incoraggia il destinatario a compiere circa il valore di realtà e verità da assegnare, rispettivamente, al mondo e al discorso. I testi fattuali promettono di raccontare la realtà e la verità e pertanto chiedono al proprio spettatore di concedere loro la propria fiducia (patto referenziale); per contro, i testi finzionali chiedono al proprio spettatore di aderire a ciò che essi raccontano, pur se frutto dell’immaginazione, “credendo senza credere” (patto finzionale).6

La differenza fra i due regimi è nettissima (anche se si discute ancora molto se la distinzione tra essi si radichi primariamente nei modi di produzione o piuttosto nei modi di lettura).7 Prova ne è il fatto che, come abbiamo già annotato, ciò che, posizionati nel dominio del finzionale, riteniamo accettabile, desiderabile o addirittura divertente – ad esempio, la violenza di una scazzottata o di una sparatoria o perfino la morte di un uomo – ci risulta assolutamente intollerabile se ci troviamo nel dominio del fattuale. E tuttavia può capitare che i due regimi in qualche modo collassino l’uno sull’altro, se le condizioni di contesto e le istruzioni di lettura non consentono una netta “etichettatura” di quanto vediamo. Vale per l’ambito della finzione (JFK, The Blair Witch Project…); e vale per la fattualità: “Che qualcuno abbia potuto osservare la distruzione delle due torri senza provare orrore – osserva François Jost – dipende dal fatto che quelle immagini non erano in se stesse più orribili di molte altre […] e che diventavano tali solo a partire dal momento in cui si sapeva che esse provenivano dal mondo reale”.8

Ora, come sappiamo, il cinema ha fatto spesso uso di riferimenti alla realtà e persino di autentici prelievi per conferire un sapore di verità ai mondi finzionali (tra i mille esempi possibili, ricordo i news-reel di attualità impiegati da Anatole Litvak nel controverso Confessioni di una spia nazista, i cinegiornali Luce utilizzati da Scola all’inizio di Una giornata particolare, i telegiornali utilizzati da Pakula in Tutti gli uomini del presidente…). Ma è sempre più frequente, oggi, che ricostruzioni e



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